Residenze Trifoglio Torino 2024-11-07T15:42:25+00:00
Residenze Trifoglio Torino
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RESIDENZE TRIFOGLIO TORINO

Le Residenze Trifoglio sono una Struttura di nuova costruzione che mette al centro la persona, i suoi bisogni sanitari sociali e di relazione. Eroga attività socio-sanitarie in regime di residenzialità a favore di persone non autosufficienti e persone che presentano problematiche riconducibili a sindromi di demenza e comportamentali, che debbano essere aiutate nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana. La Struttura è suddivisa in 3 palazzine (Varallo, Mongrando e Oropa), ciascuna organizzata su 3 piani. Ogni nucleo è diverso dall’altro per aiutare l’orientamento e ogni piano ha una piazza con una zona relax dove potersi incontrare. Vi sono inoltre un nucleo specifico per ospiti affetti da morbo di Alzheimer (Villa Andorno), una RAF di tipo B riservata a utenti disabili (Villa Mongrando) e dei mini-alloggi per anziani autosufficienti (Dimore dei fiumi).

SERVIZI OFFERTI

  • Aria condizionata
  • Biblioteca
  • Cappella
  • Centro estetico
  • Distributori automatici
  • Giardino
  • Lavanderia
  • Parcheggio interno
  • Servizio di ristorazione
  • Telefono in camera
  • Videosorveglianza
  • Wi-Fi
  • Assistenza alla persona
  • Assistenza infermieristica
  • Assistenza medica
  • Animazione e attività educative
  • Consulenza dietistica
  • Logopedica e psichiatrica
  • Palestra fisioterapica
  • Supporto psicologico alla persona, ai familiari e al personale
  • Terapia occupazionale

ATTIVITÀ

  • Allenamente!
  • Laboratorio dei suoni
  • Attività artistico-creativa
  • Enigmistica in gruppo
  • Cineforum
  • Laboratorio di cucina
  • Lettere in musica
  • Attività ludico-motoria
  • Attività di fisioterapia
  • Attività di geromotricità
  • Colloqui individuali con i residenti
  • Colloqui individuali con i familiari
  • Valutazione neuropsicologica mediante test standardizzati
  • Attivazione cognitiva globale di gruppo
  • Memory training
  • Incontri informativi/formativi per familiari e volontari AVO
  • Lettura e discussione del quotidiano
  • La tombola
  • Cinema

  • Stimolazione cognitiva: gioco di gruppo/palestra per la mente
  • Giornalino
  • Salone di bellezza
  • Attività nucleo Nat
  • Attività di teatro e opera lirica
  • Laboratorio creativo
  • Canto e musica
  • Uscite sul territorio
  • Soggiorno estivo
Dettaglio delle attività

Da ottobre 2023 fino a febbraio 2024, nella RAF è stato effettuato un laboratorio di Pet Therapy: interventi di tipo educativo/ricreativo, effettuati nella sala attività della RAF da due educatrici con competenze specifiche, assieme ad un cane, che rispondendo a precisi requisiti e potenzialità, è stato fonte di stimolo per migliorare alcune funzioni delle persone beneficiarie del progetto.

I benefici generali apportati ai nostri ospiti dalle attività di relazione con l’animale, comprendono lo sviluppo globale della persona, agendo sull’autostima, sull’immaginario, sulla conoscenza corporea, sulle capacità comunicative, espressive e creative; il potenziamento dell’integrazione sociale, rafforzando le capacità empatiche, di cura, la prosocialità, l’accettazione delle regole.

La Pet therapy è un lavoro di gruppo, in cui le varie figure professionali devono saper interagire le une con le altre, le educatrici della RAF hanno partecipano direttamente sia alla progettazione e alla valutazione dei programmi che allo svolgimento delle attività, collaborando con le terapiste.

La presenza dell’animale, nel progetto rivolto ai nostri ospiti con disabilità medio-grave e grave, ha contribuito al raggiungimento di alcuni obiettivi educativi:

  • stimolare l’attenzione,
  • stabilire un contatto visivo e tattile,
  • promuovere un’interazione emozionale,
  • favorire il rilassamento,
  • far esercitare la manualità anche per chi ha limitate capacità di movimento,
  • aiutare la mobilitazione degli arti superiori, ad esempio accarezzando l’animale.

Dal mese di luglio 2023 è iniziata la collaborazione tra la RAF Villa Mongrando e l’associazione P.U.O.I. Onlus, per un percorso riservato ad alcuni ospiti che beneficiano del Progetto TRUCCHIAmiamoci (Make-up Therapy), il cui fine esplicitato dalle volontarie è di “stimolare la valorizzazione della propria immagine, dell’autostima e ritrovare la motivazione alla cura di sé, inoltre per favorire il benessere psico-fisico e la partecipazione alla vita comunitaria”. Le volontarie hanno presentato la metodologia del loro progetto dove è “fondamentale la relazione d’aiuto, che passa attraverso l’accettazione della persona, con tutte le sue eventuali problematiche, dimostrata operativamente anche attraverso il contatto fisico, il massaggio, la “coccola”. Per la tipologia dei nostri ospiti, che presentano disabilità gravi a livello fisico e cognitivo, tale metodologia rappresenta la possibilità di ascoltare ed essere ascoltati, osservare, instaurare un rapporto umano a beneficio della relazione. La possibilità di scegliere il tipo di maschera per il viso o crema idratante secondo la consistenza ed il profumo, il colore dello smalto, il tipo di massaggio/coccola più o meno energico, è uno stimolo cognitivo e sensoriale che comporta notevoli benefici sulla immagine di sé, la consapevolezza delle proprie parti corporee, la socializzazione a livello individuale e di gruppo, grazie agli scambi che intercorrono con richieste di pareri e consigli. In alcune occasioni particolari, è stato richiesto alle volontarie di truccare le ospiti in vista di eventi del pomeriggio, con risultati sorprendenti delle reazioni delle signore nel vedersi in una luce spettacolare, non solo fragile e bisognosa di cure, ma portatrice di una bellezza unica e speciale.

Questo progetto ha il potenziale per fornire un’esperienza preziosa e contribuire al benessere generale delle persone che vi partecipano, nello specifico si sono osservati alcuni obiettivi raggiunti:

  • Miglioramento della comunicazione e della relazione sociale
  • Riduzione dello stress e dell’ansia
  • Miglioramento dell’umore e della qualità della vita
  • Maggiore consapevolezza di sé e del proprio ambiente

Gli interventi sono calendarizzati con la frequenza mensile il giovedì pomeriggio, con la partecipazione di sei/otto ospiti accolti in piccoli gruppi con tre volontarie che personalizzano gli interventi di pulizia del viso, depilazione, manicure, massaggio alle mani, trucco, ecc… Il sottofondo musicale contribuisce a creare e mantenere nella sala adibita all’attività un ambiente disteso, rilassato e piacevole per tutti gli ospiti.

Quest’anno è stato adottato dalla Cooperativa Bios R.I.T.A., un nuovo ed innovativo strumento a supporto dell’area educativa e delle attività di animazione e intrattenimento.
R.I.T.A. è un intervento terapeutico alternativo articolato che offre interventi terapeutici digitali prontamente disponibili, con lo scopo di offrire supporto alle persone con disabilità e disturbi cognitivi.
È uno strumento che mira al sostegno terapeutico, riducendo la noia, l’agitazione, l’isolamento, la depressione e il delirio unendo intrattenimento e terapia.
R.I.T.A. supporta e favorisce l’intervento mirato sulla persona, assiste e stimola gli aspetti cognitivi del soggetto disabile e la condivisione attraverso l’ascolto di musica, giochi, visualizzazione di fotografie, filmati, ecc.
Per l’intera equipe riabilitativa è un grande alleato in molti momenti della giornata: permette di intrattenere, di invogliare, di far ricordare, di far sorridere, riflettere e sognare.

Sono stati proposti momenti di ri-educazione delle capacità linguistiche, coinvolgendo la persona disabile in attività strutturate, finalizzate al rinforzo o al mantenimento delle competenze verbali residue, all’utilizzo di strategie comunicative efficaci e al mantenimento di livelli di autonomia, personale, sociale e relazionale nella vita quotidiana.

Il protocollo di intervento proposto è mirato alla stimolazione delle diverse funzioni linguistiche orali e scritte:

  • capacità di denominazione;
  • capacità di fluenza verbale (fonologica e semantica);
  • capacità di comprensione di informazioni orali e scritte
  • abilità di lettura (per coloro che sono stati scolarizzati);
  • abilità di scrittura (per coloro che sono stati scolarizzati).

L’intervento di stimolazione cognitiva si rivolge a soggetti nei quali risultino sufficientemente conservate le capacità di produzione e comprensione verbale, dopo una fase di valutazione per determinare la qualità del funzionamento verbale di ogni singolo partecipante e di costituire gruppi omogenei per gravità del deficit e livelli di efficienza cognitiva e infine di scegliere e modulare le attività sulla base delle risorse ancora sufficientemente integre.

Durante gli incontri, vengono proposte attività di stimolazione verbale, attraverso esercitazioni e compiti di denominazione, fluenza e comprensione, adeguando progressivamente il livello di complessità.

Compito di denominazione di oggetti – Ai partecipanti vengono presentate figure, immagini, ritagliate da giornali e riviste, o fotografie e viene chiesto loro, individualmente o in gruppo, di dire il nome di ciascun oggetto. Il compito può essere eseguito anche per iscritto per coloro che ne hanno l’abilità, chiedendo ai soggetti di scrivere il nome corretto degli oggetti mostrati. L’esercizio può essere semplificato utilizzando oggetti concreti che possono essere osservati e manipolati. Si può, inoltre, continuare l’esercitazione chiedendo una descrizione degli oggetti individuati.

Compiti di fluenza fonologica e categoriale – L’operatore sceglie una lettera dell’alfabeto, poi chiede ai partecipanti di trovare il maggior numero di parole che iniziano con quella specifica lettera (fluenza fonologica). Il compito di fluenza categoriale prevede che i partecipanti riescano a trovare il maggior numero di parole appartenenti ad una determinata categoria semantica (frutta, animali, mestieri, parti del corpo…).

È possibile proporre questo esercizio come un gioco a squadre, suddividendo i partecipanti in due o più gruppi. Alle squadre si lascia qualche minuto per scrivere le parole e, allo scadere del tempo, ogni gruppo leggerà e conterà le parole prodotte. Si potranno organizzare più manche, sommando i punteggi delle singole partite. La squadra vincitrice sarà quella che raggiungerà il punteggio più elevato.

Il gioco dei sinonimi e contrari – L’esercizio consiste nell’associare una lista di parole ai propri contrari. Si può proporre il compito oralmente oppure scrivendo i due gruppi di parole su cartoncini. Si procede disponendo il primo mazzo di cartoncini sul tavolo, in modo che siano leggibili, mentre il secondo mazzo viene tenuto coperto. Ogni partecipante, a turno, dopo aver pescato un cartoncino dal mazzo coperto, dovrà associare la parola trovata alla parola contraria tra quelle disposte sul tavolo.

Cruciverba semplificato – Nei cruciverba semplificati l’obiettivo è quello di trovare una parola corrispondente ad una definizione. Si distribuisce ai partecipanti un foglio con alcune semplici frasi che contengono gli indizi per indovinare le parole da scrivere all’interno di un certo numero di caselle, tante quante sono le lettere che le compongono.

Costruzione di frasi – È un compito di strutturazione linguistica in cui l’operatore fornisce una o più parole da cui partire per formare delle frasi di senso compiuto. Si può organizzare l’esercitazione sotto forma di gioco a squadre.

Il gioco dello scarabeo – Per proporre questo gioco è necessario preparare tanti cartoncini su cui scrivere le lettere dell’alfabeto. Si mescolano sul tavolo tutti i cartoncini e liberamente, o su indicazione dell’operatore, i partecipanti dovranno scegliere le lettere giuste e ordinarle correttamente per formare parole o frasi brevi.

Completamento di frasi – Si assegna a ciascun ospite un foglio su cui sono scritte alcune frasi in cui manca una parola. Il compito è quello di inserire le parole che completano in modo corretto le frasi. L’esercitazione può essere svolta in gruppo.

Completamento di brani – Si leggono alcuni semplici brani, storie o favole conosciute, interrompendo la lettura prima della conclusione. Poi si chiede di completare il brano inventando il finale.

Attività di conversazione – Si possono proporre argomenti legati alla storia personale o che trattano di temi attuali tratti da settimanali o quotidiani e stimolare la conversazione sul tema prescelto.

Comprensione di brani semplici – Si scelgono alcuni brani da leggere, poi si fanno domande per verificare il livello di comprensione. Il brano può essere letto più volte e tenuto in consultazione dei partecipanti (scritto in modo chiaro, grande e leggibile su fogli distribuiti al gruppo).

Abilità di lettura – Si propongono ai partecipanti che ne possiedono le abilità, la lettura ad alta voce in gruppo di brevi racconti di particolare interesse.

L’attenzione rappresenta una risorsa cognitiva di base e costituisce la pre-condizione per il corretto funzionamento di tutte le altre funzioni mnesiche, percettive, linguistiche e motorie.

L’obiettivo del progetto è promuovere l’applicazione di un intervento di stimolazione al fine di favorire una migliore capacità di mantenere l’attenzione nelle sue diverse componenti (selettiva, divisa, sostenuta) applicata a diverse modalità sensoriali (visiva, tattile, uditiva).

L’intervento è rivolto a persone con disabilità, in assenza di gravi disturbi del comportamento e con sufficienti risorse per partecipare alle attività proposte. Un’ attenta valutazione preliminare permette di individuare il grado di deterioramento dei partecipanti per la composizione di gruppi il più possibile omogenei.

Le attività possono essere suddivise in diverse aree di intervento, dedicando ogni incontro all’allenamento di una specifica componente attentiva, attraverso modalità sensoriali multiple.

Attenzione selettiva visiva – Ai partecipanti vengono consegnate delle schede su cui sono raffigurati dei simboli (oggetti, numeri, lettere, forme geometriche o parole). Il compito consiste nel trovare e segnare un simbolo bersaglio. Il livello di difficoltà può essere incrementato inserendo un maggior numero di simboli distrattori o chiedendo di identificare un maggior numero di simboli bersaglio.

Le differenze – si presenta a ciascun partecipante un foglio su cui sono raffigurati due disegni apparentemente uguali, ma che in realtà differiscono per alcuni piccoli particolari. L’esercizio consiste nell’individuare le differenze tra i due disegni. La complessità del gioco può essere variata inserendo un maggiore o minore numero di dettagli da trovare.

Le immagini – si mettono a disposizione dei partecipanti riviste e giornali, su cui ricercare e ritagliare le immagini che appartengono ad una specifica categoria (cibi, animali, frutta, cose rosse, gialle…) oppure le parole che iniziano con una determinata lettera dell’alfabeto. Si può suddividere il gruppo in coppie, ognuna delle quali dovrà dedicarsi alla ricerca di una specifica categoria di immagini o parole, oppure utilizzare quanto ricercato per comporre un collage o un cartellone.

Attenzione selettiva uditiva – si invitano i partecipanti a rimanere in silenzio per qualche minuto e ascoltare i suoni provenienti dall’ambiente circostante, cercando di concentrarsi anche sui rumori di sottofondo che spesso non vengono percepiti. Nello stesso tempo possono essere provocati semplici rumori da parte di un altro operatore “nascosto” (il suono di un campanello, il rumore delle stoviglie che vengono maneggiate, un applauso…).

Attenzione alla Lettura di Parole – si legge lentamente ai soggetti una lista di parole, chiedendo loro di prestare attenzione solo ad una specifica categoria di parole (frutta, animali, cose di colore rosso…) o parole che iniziano con una determinata lettera. Il gioco consiste nel battere le mani quando si sente una parola bersaglio. In alternativa alla lista di parole, si possono utilizzare dei semplici brani o storie contenti una serie di parole bersaglio.

Attenzione selettiva olfattiva – si possono preparare e inserire all’interno di sacchetti alcuni alimenti, erbe aromatiche o essenze che hanno un profumo abbastanza intenso e facilmente riconoscibile dai partecipanti (caffè, menta, mandarini, rosmarino…). I partecipanti dovranno riconoscere gli odori e prestare attenzione alle caratteristiche olfattive (se è un odore piacevole o sgradevole). L’attività può proseguire chiedendo ai soggetti eventuali ricordi o sensazioni evocate dagli aromi presentati

Attenzione sostenuta visiva – si presenta ai partecipanti un foglio su cui sono distribuiti, apparentemente a caso, una serie di numeri. Il compito è quello di collegare tutti i numeri, in ordine crescente tracciando una riga con un pennarello. Se l’esercizio sarà svolto correttamente, l’unione dei puntini consentirà di ottenere un bel disegno.

La progettazione e la realizzazione dell’intervento riabilitativo è a cura dell’équipe educatori, che devono seguire le fasi di valutazione, preparazione dei materiali, organizzazione degli incontri e monitoraggio delle attività.

Le attività di stimolazione cognitiva vengono proposte settimanalmente e seguono un’adeguata regolarità e continuità nel tempo. Ogni incontro ha una durata di 45\60 minuti.

L’efficacia dell’intervento viene rilevata attraverso la compilazione di Schede Osservative delle Attività di Stimolazione Cognitiva al termine dell’attività.

Si prevede inoltre la somministrazione di test di valutazione prima dell’inizio del ciclo di interventi per quantificare la funzionalità residua di ogni ospite ed a distanza di tre mesi per monitorare i progressi.

Mi è sempre più chiaro che l’arte non sia un’attività elitaria riservata all’apprezzamento di pochi. L’arte è per tutti e questo è il fine cui voglio lavorare.

Keith Haring

L’arte, e lo strumento artistico in generale, è sempre espressione di un atto comunicativo che diviene ancora più rilevante in casi di criticità e compromissione del linguaggio comune.

Il soggetto disabile, grazie all’uso dell’arte e di mezzi grafico-pittorici, può trovare un punto di contatto tra il proprio mondo interiore e la realtà circostante, abbattendo non solo le barriere comunicative e sociali, ma promuovendo anche lo scambio reciproco all’interno del gruppo e l’accrescimento personale.

Il termine stesso di Arteterapia crea spesso confusione sia perché è rivolta a soggetti molto diversi tra loro, sia perché è caratterizzata da una metodologia empirica.

In quanto processo dinamico e partecipativo, per comprenderne caratteristiche e potenzialità, è indispensabile un’esperienza diretta.

Se si analizza superficialmente un laboratorio di Arteterapia, si può avere l’impressione di assistere ad una seduta di disegno o di tecniche pittoriche. Gli obiettivi sono invece molto differenti e infatti sovente si parla di «disegnare dall’intimo».

È importante partire dal presupposto che l’esercizio creativo abbia in sé un potere terapeutico.

Alcuni terapeuti sono soliti soffermarsi sull’interpretazione dei segni e del prodotto realizzato. Per quanto sia indubbiamente importante invitare l’utente ad una riflessione sul proprio operato, l’aspetto più rilevante è sempre il percorso e non il traguardo artistico o estetico.

L’Arteterapia permette di esprimere ciò che le parole non possono tradurre o comunicare e, grazie al fatto di essere un’attività manuale, implica un’espressione multisensoriale.

Lo spazio laboratoriale fornisce un contesto diverso, nuovo, all’interno del quale non si verifica un’integrazione monodirezionale dei disabili nella società ma di una reciproca conoscenza, valorizzazione e apprezzamento attraverso una relazione tra “Artisti” e pubblico osservante.

La catarsi artistica è estremamente liberatoria nell’ambito delle forti emozioni, si tratta di una vera e propria immersione emotiva. Il fatto che questi sentimenti e sensazioni siano contenuti nell’arte e nel momento del gesto creativo scaturisce un effetto positivo e rassicurante all’interno del quale si crea una risposta fisiologica di rilassamento e mutamento dello stato d’animo.

Il gesto stesso, a volte ripetitivo e controllato, diviene canale psico-fisico per il raggiungimento di uno stato di benessere e superamento dello stato di stress.

L’Arteterapia, dal momento della sua affermazione a partire dagli anni ’50, ha percorso una lunga strada di sviluppo, di riconoscimento e affermazione come tecnica riabilitativa in ambito educativo.

Parlare oggi di luoghi inclusivi e accessibili significa vedere la persona disabile come un individuo da condurre attraverso un’esperienza artistica che promuova la relazione con gli altri e non solo la catarsi individuale.

È importante sottolineare l’importanza della promozione di una proposta culturale improntata all’inclusione in cui la persona con disabilità non viva l’esperienza in modo isolato dal contesto ma sia immerso in un ambiente paritario e non giudicante, in perfetta relazione con tutto ciò che lo caratterizza e codifica.

È necessario fornire strumenti per promuovere un percorso artistico che sia realmente integrativo e che, attraverso l’educazione all’immagine e allo sguardo, alla conoscenza del patrimonio artistico, alla riflessione mediante le arti visive e i codici artistici, insegni un approccio con l’arte naturale, spontaneo e quotidiano.

Durante i laboratori creativi, sono state sperimentate tecniche pittoriche di ispirazione avanguardista che sono state precedentemente illustrate e descritte attraverso un percorso fatto di immagini e opere di artisti del ‘900, dall’astrattismo all’Action-painting, con liberi riferimenti al concetto di Art Brut di Jean Dubuffet (immediatezza, ingenuità, spontaneità).

I risultati trascritti, in seguito alle verifiche, sono stati tangibili. L’Arteterapia aiuta il disabile a credere ancora in se stesso, nelle proprie capacità e a riconoscersi nel proprio gesto creativo. A tal proposito è sempre stato importante dare un rimando conclusivo della seduta svolta come tassello del laboratorio nel suo complesso.

È stato proposto un laboratorio di scrittura creativa per la composizione di poesie, con l’obiettivo di facilitare gli scambi sociali e le occasioni di incontro, stimolare la creatività degli ospiti, accompagnandoli alla scoperta della poesia nascosta tra le pagine. Si sceglie di utilizzare quale strumento di lavoro il Metodo Caviardage, che «…racchiude diverse tecniche di scrittura poetica che consistono nell’elaborare delle poesie, partendo da testi già scritti, come dei fogli di giornale oppure pagine di libri da macero, ecc..».

La scelta del metodo nasce dall’esperienza delle attività rivolte ai residenti disabili, dove si è osservata la difficoltà ad attivarsi di fronte ad un foglio bianco, che spesso provoca blocchi, incute timore, può far desistere, privando la persona della possibilità di esprimersi.

Il fondamento dell’intervento, è porre i partecipanti in situazione di voler ricercare, che rende propositivo il loro agire e lo contiene, creando così i presupposti per superare il blocco creativo e poter condividere il proprio sentire.

Un metodo che una volta appreso, può essere utilizzato per se stessi come pratica di benessere personale, anche al di fuori del momento dell’attività di gruppo.

Per promuovere la condivisione viene talvolta proposta una variante del metodo, chiedendo di creare dei gruppi per lavorare sullo stesso testo. In questo modo è possibile coinvolgere anche le persone meno attive, creare momenti di relazione all’interno di un gruppo ristretto, in cui ognuno possa sentirsi accettato, integrato e valorizzato.

La cooperazione fra gli ospiti è stimolata dal conduttore, che invita ciascuno a mettere a disposizione del gruppo il suo sapere e le sue competenze, per il conseguimento di un obiettivo comune.

I risultati attesi riguardano non solo il piano cognitivo, ma anche l’attivazione dei positivi processi socio-relazionali, l’accrescere la propria autostima ed il miglioramento delle abilità sociali.

Ottenuti i componimenti si potrà inoltre condividere tra tutti la propria poesia, raccontando il perché della scelta delle parole e quali emozioni si legano ad esse, oppure semplicemente leggere la poesia che è scaturita dall’ascolto di sè.

Terminata l’attività, ciascuno potrà leggere la propria composizione poetica. Dopo la lettura, è possibile raccogliere tutti i lavori su un cartellone, in modo da vedere anche i lavori dei compagni.

“Spesso accade che le mani possano svelare un sentimento attorno al quale l’intelletto si affanna inutilmente”

C. G. Jung

Il laboratorio si basa sulla teoria del colore elaborata da Rudolf Steiner fondata sulla percezione della realtà come un insieme di fenomeni che sono in diretto rapporto con il mondo interiore, e sulla selezione e raccolta di immagini da parte degli studenti come mezzo evocativo.

Il conduttore ha il compito di creare un contesto accogliente e non giudicante nel quale gli studenti siano liberi di esprimersi e di sperimentare i vari materiali, stimolando attraverso la creatività momenti di autonomia che mettano in luce le caratteristiche personali.

Il gruppo è l’ambito di lavoro privilegiato nel quale sono valorizzate l’esperienza concreta, la dimensione creativa, espressiva e comunicativa orientandosi al processo piuttosto che al prodotto finale per arrivare all’accettazione del prodotto realizzato, considerato come migliore possibile in quel dato momento.

L’attività si propone di far emergere potenzialità nascoste e promuovere l’autostima.

Lo strumento principale diventa un gioco di congetture creative che offrono un ottimo mezzo di intrattenimento e di stimolazione delle capacità espressive. I partecipanti diventano narratori intenti a spiegare le illustrazioni selezionate seguendo un tema pilota suggerito dal conduttore.

Non possiamo parlare di immagini non strutturate, poiché mostrano figure certamente riconducibili alla realtà, ma sono inserite in contesti più attinenti al mondo onirico.

La musicoterapia recettiva completa in maniera armonica l’intervento sulle problematiche individuali portando ad un profondo stato d’ascolto, sia in senso musicale che metaforico.

La sequenza sonora è composta da brani e suoni inframmezzati da pause così da permettere la rielaborazione emotiva ed artistica. La struttura è solitamente circolare, con un incipit e una chiusura più distese, ed una sezione centrale diversificata che conduca ad un’esplorazione più articolata.

Il percorso è stato elaborato con elasticità, apportando lievi modifiche per poter rispondere alle particolari esigenze dell’utenza cui si è rivolti.

NEWS

Progetto di Musicoterapia

Da ottobre la struttura Il Trifoglio di Torino, offre ai residenti un progetto di Musicoterpia, un metodo importante per il supporto e benessere psicofisico degli anziani, attraverso la stimolazione di emozioni positive, ricordi e interazioni sociali.

  • Palloncini 10 anni Trifoglio

Buon Compleanno Trifoglio

Mercoledì 7 Agosto abbiamo festeggiato i 10 anni del Trifoglio. La festa è stata scandita da musica, ricco buffet e immancabile brindisi di auguri.

Concerto duo violini

Lunedì 5 agosto presso le Residenze Trifoglio si è svolto il Concerto di musica classica con i musicisti Cecilia Bacci e Marcello Iaconetti.

GALLERY

PERSONALE

Direttrice:
Dott.ssa Marì Chiapuzzo
Direttore Sanitario:
Dott. Pietro Landra
Medico Responsabile della RAF:
Dott. Vincenzo Brando
Vice Direttrice Area Amministrativa:
Teresa Monaco
Vice Direttrice Area Risorse Umane:
Giovanna Pace
Coordinatrice Infermieristica:
Cristina Ghiglione
Personale Amministrativo / Addette alla Segreteria:
Sabrina Cocon, Gianna Cruciano, Irene Parusso, Beatrice Oreti

DICONO DI NOI

DOCUMENTI

LA STRUTTURA ADERISCE ALLA MISURA REGIONALE “BUONO RESIDENZIALITÀ” FINANZIATA CON FONDI FSE PLUS 21-27

Coesione Italia, Cofinanziato dall'Unione Europea, Regione Piemonte

CONTATTI

RESIDENZE “TRIFOGLIO”

Ingresso RSA “Il Trifoglio”
c/o Via Andorno, 17
Ingresso RAF B “Villa Mongrando”
c/o Via Mongrando, 12
Ingresso RAA “Dimore dei fiumi”
c/o Via Varallo, 15/A
10153, Torino (TO)