La persona affetta da malattia d’Alzheimer per un lungo periodo di tempo dall’esordio della malattia continua a svolgere una buona parte delle attività quotidiane, ma progressivamente si rende conto di perdere sempre più le proprie autonomie. In questo contesto interviene una serie di fattori che compromettono la capacità di alimentarsi. In primo luogo i disturbi della memoria: il malato può non ricordarsi di dovere mangiare o di avere già mangiato; può esservi la difficoltà nell’eseguire gesti abituali quali il cucinare o l’utilizzare le posate. I disturbi cognitivi possono generare difficoltà nel riconoscere i cibi ed individuarne la commestibilità. Possono inoltre subentrare alterazioni del gusto e dell’olfatto e la compromissione del centro della fame e della sazietà.
La persona ammalata di Alzheimer può assumere due diversi atteggiamenti nei confronti del cibo:
- Mangiare molto più del necessario
- Alimentarsi in modo insufficiente
Nel primo caso mangia troppo, con avidità, senza rispettare l’ordine dei piatti e talvolta ingurgita cibo tagliato o cotto in modo incompleto. Può assumere cibi troppo caldi o troppo freddi o anche sostanze non commestibili. La conseguenza più frequente è un aumento eccessivo di peso, fino all’obesità.
Può essere utile allora:
- Ricorrere a spuntini non troppo calorici
- Limitare le porzioni di cibo nel piatto
- Non tenere cibo in vista
Nel secondo caso la persona non si alimenta a sufficienza con evidente rapido dimagrimento.
Può essere utile:
- Controllare sempre la quantità di cibo che viene effettivamente consumato
- Introdurre cibi con molte calorie
L’alimentazione è una parte importante della vita di una persona che soffre della malattia di Alzheimer.
È buona norma seguire una dieta equilibrata che contenga carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali e fibra per soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali; è fondamentale assumere una corretta quantità di liquidi.
Se non coesistono altre malattie, come il diabete, si può variare liberamente il menù quotidiano, tenendo conto dei gusti e delle preferenze della persona.
Per favorire il mantenimento di una corretta alimentazione è raccomandabile:
- Che alla persona malata sia reso piacevole il momento del pasto
- Che siano rispettati nel limite del possibile i suoi gusti alimentari
- Che tutto ciò che può essere confuso con il cibo venga nascosto
- Che siano conservate il più possibile le abitudini d’orario e di ambiente, nonché la tipologia e la presentazione dei cibi
- Che si eviti di far accomodare la persona malata ad una tavola troppo imbandita e che non le si servano piatti abbondanti
- Che le si presenti un cibo per volta, in un piatto diverso, magari già tagliato a pezzetti, in modo da non provocare ansia
- Che si controlli la temperatura dei cibi perché alla persona ammalata viene a mancare la capacità di distinguere se un alimento è freddo o caldo
- Che si utilizzi una sedia pesante se la persona continua ad alzarsi da tavola e che non la si costringa a rimanere seduta
- Che si favorisca una sua corretta posizione durante il consumo dei pasti per evitare che il cibo passi per le vie aeree
- Che si conceda alla persona malata tutto il tempo necessario per mangiare
- Se necessario che le vengano suggerite con tranquillità semplici indicazioni di che cosa fare (“mastica”, “bevi un po’ d’acqua) facendo in modo che la persona ammalata non abbia paura di sporcare , rovesciare o rompere qualcosa.
- Incoraggiarla a mangiare da sola, senza aiuto, per quanto più tempo possibile
- Se la persona ricorda ancora il corretto uso delle posate invogliarla ad utilizzarle; altrimenti permettere l’uso delle mani per prendere il cibo
Dott.ssa Aurelie Giacometto, Dietista